Direttore Alessandro Orsini
Redazione
Direttore Alessandro Orsini
Redazione
8 gennaio 2020
Diverse sono le dichiarazioni e le posizioni assunte da Baghdad e Teheran a seguito dell’attacco dell’8 gennaio. L’Iraq è segnato da divergenze, con i partiti filoiraniani che si rifiutano di considerare l’accaduto un atto di aggressione. Nel frattempo, dall’Iran continuano a giungere minacce
8 gennaio 2020
Il mondo intero sta reagendo all’escalation del conflitto tra Washington e Teheran, dopo che l’Iran ha attaccato 2 basi militari irachene che ospitano truppe statunitensi e internazionali
8 gennaio 2020
Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), nelle prime ore dell’8 gennaio, ha attaccato due basi irachene che ospitavano soldati statunitensi. Ecco alcuni dettagli sui luoghi colpiti
8 gennaio 2020
Molti temono che possa scoppiare una nuova guerra mondiale. Esiste realmente una simile possibilità?
8 gennaio 2020
Vladimir Putin si è recato in visita a Damasco, dove ha incontrato il suo omologo siriano Bashar al-Assad
8 gennaio 2020
L’Iran ha attaccato due basi in Iraq che ospitano truppe statunitensi con una raffica di missili, nelle prime ore dell’8 gennaio, mantenendo la sua promessa di vendicare la morte del generale a capo della Quds Force, Qassem Soleimani
7 gennaio 2020
Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha annunciato la sospensione delle attività di addestramento delle forze locali in Iraq
7 gennaio 2020
Le autorità giapponesi hanno affermato, il 7 gennaio, di aver emesso un mandato di arresto per la moglie dell’ex amministratore delegato di Nissan-Renault Carlos Ghosn, Carole. L’obiettivo è riportare il magnate del colosso automobilistico in Giappone, affinchè affronti i processi penali in cui è coinvolto
7 gennaio 2020
Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, e il primo ministro britannico, Boris Johnson, hanno discusso in una conversazione telefonica dei principali conflitti internazionali e delle tensioni tra Stati Uniti e Iran
7 gennaio 2020
L’Iraq ha assistito a grandi turbolenze nei mercati di cambio e nel traffico commerciale, tra il 5 ed il 6 gennaio, che hanno causato un declino delle attività in diversi settori, in primis edilizia, settore automobilistico e quello immobiliare
7 gennaio 2020
Un ex imam di Praga, Samer Shehadeh, è stato sottoposto a processo con l’accusa di sostegno al terrorismo
7 gennaio 2020
Professori e studenti delle università libanesi sono tornati ad occupare le strade della capitale libanese Beirut, il 6 gennaio, continuando a chiedere la formazione di un esecutivo che risponda alle esigenze della popolazione. Nel frattempo, si prospetta che l’uccisione di Soleimani possa complicare ulteriormente il quadro politico e la sicurezza del Libano
7 gennaio 2020
Alessandro Orsini, direttore di Sicurezza Internazionale, elabora il concetto di “dilemma della dignità” per prevedere quale sarà la reazione dell’Iran all’uccisione di Soleimani
7 gennaio 2020
Una grande folla di cittadini in lutto si è riunita, il 7 gennaio, a Kerman, nel Sud-Est dell’Iran, per il terzo e ultimo giorno di processioni funebri in onore del generale della Quds Force, Qassem Soleimani, morto il 3 gennaio scorso, mentre le Guardie della Rivoluzione iraniana minacciano di vendicarne l’uccisione con un “terremoto” di violenza
7 gennaio 2020
La Germania ridurrà temporaneamente il numero delle sue truppe in Iraq, a causa delle crescenti tensioni nell’area, secondo quanto dichiarato dal Ministero degli Esteri e della Difesa
7 gennaio 2020
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Mark Esper, ha dichiarato che non ci saranno attacchi militari contro siti culturali in Iran, nonostante le precedenti dichiarazioni del presidente USA, Donald Trump
7 gennaio 2020
Il gruppo di ribelli sciiti Houthi ha condotto un attacco missilistico, martedì 7 gennaio, contro un accampamento militare delle forze governative yemenite, situato nell’area settentrionale del governatorato di al-Dali, nel Sud dello Yemen. Il bilancio è di almeno 11 soldati morti
6 gennaio 2020
La Turchia ha dichiarato che rifiuterà l’invio di mercenari in Libia, affermando che la presenza di questo tipo di combattenti rischia di ostacolare i tentativi di riportare la stabilità nel Paese