Yemen: l’esercito avanza verso al-Jawf
Pubblicato il 23 febbraio 2021 alle 12:00 in Medio Oriente Yemen
Le forze dell’esercito yemenita sono riuscite ad avanzare nel governatorato yemenita Nord-occidentale di al-Jawf, in un momento in cui le milizie di ribelli sciiti Houthi sono impegnate nell’offensiva a Ma’arib per la terza settimana consecutiva.
Stando a quanto riportato da al-Arabiya, sulla base delle informazioni fornite da fonti dell’esercito, il 22 febbraio le forze filogovernative, coadiuvate dalla coalizione internazionale a guida saudita, hanno lanciato un contrattacco su più assi presso il fronte di al-Jadafar, situato a Est del capoluogo di al-Jawf, Hazm. In questo modo, le forze della cosiddetta “legittimità” sono riuscite a liberare vaste aree nei distretti di al-Jadafar e Raghwan, oltre a provocare perdite materiali e in termini di vite umane per il gruppo sciita. Le milizie ribelli, stando a quanto riferito, sono state costrette a fuggire, abbandonando armi leggere e di medio calibro e diverse munizioni nelle postazioni precedentemente occupate. Tuttavia, è stato precisato, le battaglie sono ancora in corso.
Risale al 12 marzo 2020 la dichiarazione del portavoce dell’esercito yemenita, il brigadiere Abdo Majali, il quale aveva affermato che i ribelli sciiti avevano subito una grave sconfitta presso il fronte di Khob al-Sha’af, nella provincia settentrionale di al-Jawf, portando, in tal modo, le forze yemenite a prendere il controllo dell’85% di tale area e il 75% dell’intero governatorato. Un risultato simile era giunto dopo che, il primo marzo dello stesso anno, i ribelli avevano annunciato la conquista del capoluogo di Hazm, costringendo le forze filogovernative a ritirarsi verso Est. Assumere il controllo di Hazm aveva consentito al gruppo sciita di espandere la propria presenza in una terza regione prossima all’Arabia Saudita, dopo Saada e Hajjah. Tuttavia, l’esercito yemenita ha continuato, fin da subito, a condurre attacchi e battaglie per ripristinare il proprio controllo sull’area, insieme alle forze della coalizione guidata da Riad.
Sono state proprio queste ultime a condurre attacchi aerei, tra il 21 e il 22 febbraio, contro le zone controllate dagli Houthi presso Maarib e al-Jawf e, nello specifico, a Sarwah e Khab e Shaaf. Questi sono da inserirsi nel quadro delle violente tensioni che caratterizzano da settimane i fronti di Maarib, una delle ultime regioni centro-settentrionali poste sotto il controllo delle forze legate al presidente legittimo, Rabbo Mansour Hadi, e che gli Houthi cercano di conquistare per completare i propri piani espansionistici.
Come riferisce il quotidiano Asharq al-Awsat, nonostante le perdite subite dalle milizie ribelli, queste ultime hanno continuato a mobilitarsi e ad inviare rinforzi. In particolare, fonti di Sana’a hanno riferito che sono circa 10.000 gli uomini reclutati di recente e inviati a Ma’arib, provenienti perlopiù dai governatorati di Dhamar, Ibb e Taiz. In generale, è stato rivelato dalle fonti, si assiste a un clima di mobilitazione che vede impegnati altresì sceicchi e leader tribali locali. L’obiettivo della nuova offensiva, hanno riferito i leader del gruppo sciita, è prendere possesso delle risorse petrolifere e di gas di Ma’rib e rispondere al perdurante assedio dell’esercito yemenita e dei suoi alleati internazionali.
Le violente tensioni a Ma’arib hanno destato preoccupazione a livello internazionale. A tal proposito, il ministro dell’Informazione yemenita, Moammar al-Eryani, il 18 febbraio, ha messo in guardia da una possibile catastrofe umanitaria in una regione che ospita circa 90 campi profughi, e dal 2014 ha accolto quasi 318.000 famiglie, per un totale di due milioni e 231.000 sfollati, il che costituisce il 60% degli sfollati di tutto lo Yemen. In tale quadro, dal 7 al 13 febbraio, sono state 655 le famiglie yemenite, circa 3.930 persone, costrette a sfollare nella regione. Come confermato anche dai rapporti dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), i dati registrati dal 2020 al 13 febbraio hanno reso lo Yemen il quarto Paese, a livello internazionale, con il maggior numero di sfollati interni, pari, in tale lasso temporale, a 178.000 yemeniti.
Piera Laurenza, interprete di arabo
di Redazione