Nagorno-Karabach: la Russia tenta una mediazione
Pubblicato il 29 settembre 2020 alle 12:48 in Armenia Azerbaigian Russia
La Duma di Stato della Federazione russa ha adottato martedì 29 settembre una dichiarazione sulla situazione nel Nagorno-Karabach, in cui invita entrambe le parti a cessare il fuoco ed esprime disponibilità a fornire assistenza di mediazione per una soluzione pacifica al conflitto nel Caucaso meridionale.
In particolare, i deputati russi “esprimono seria preoccupazione per il forte aggravamento della situazione nella zona del conflitto del Nagorno-Karabach, che ha provocato numerose vittime umane, e condannano fermamente l’uso della forza” da parte di Armenia e Azerbaigian.
“La Duma di Stato dichiara la necessità di un cessate il fuoco immediato, prevenendo un’escalation di scontri nella regione e nessuna alternativa a una soluzione pacifica della situazione. I deputati della Duma di Stato invitano le parti a tornare al più presto al processo negoziale e sono pronti a fornire assistenza di mediazione per stabilizzare la situazione” – si legge nel testo pubblicato dalla Camera bassa del Parlamento russo.
La Russia interagisce costantemente congli altri copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, Francia e Stati Uniti, e sta facendo di tutto per fermare l’escalation del conflitto nel Nagorno-Karabach e auspica che le parti tornino al tavolo dei negoziati. L’ambasciatore russo in Armenia, Sergej Kopyrkin, lo ha affermato in un briefing con la stampa martedì 29 settembre.
“La Federazione russa, in collaborazione con gli altri copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, sta facendo di tutto per fermare l’escalation, le parti potrebbero tornare al tavolo dei negoziati per risolvere pacificamente il problema. La Federazione russa sta lavorando attivamente con tutte le parti” – ha spiegato il diplomatico.
Frattanto, il Segretario del Consiglio di Sicurezza dell’Armenia Armen Grigoryan ha tenuto una conversazione telefonica con il Segretario del Consiglio di Sicurezza russo Nikolaj Patrushev, secondo quanto comunicato dall’Ufficio di Grigoryan alle agenzie di stampa armene.
Grigoryan ha parlato della situazione sulla linea di contatto Artsakh-Azerbaigian ed ha affermato che l’Azerbaigian tenta di spostare la guerra nel territorio della Repubblica di Armenia, sottolineando come l’esercito azero prenda di mira i civili armeni.
l Segretario del Consiglio di Sicurezza armeno ha detto che l’esercito dell’Artsakh (nome ufficiale della Repubblica autoproclamata del Nagorno-Karabach) e le forze armate armene hanno il pieno controllo della situazione e stanno brillantemente adempiendo alle loro missioni su tutta la linea del fronte e sul confine di stato.
Grigoryan ha anche parlato della posizione destabilizzante della Turchia che ha “un impatto negativo sulla sicurezza regionale”. Poche ore prima il presidente turco Erdogan aveva affermato che gli armeni “devono andarsene” dal Nagorno-Karabach, e che Ankara è pronta a fornire a Baku tutto l’aiuto militare necessario.
Patrushev, stretto collaboratore di Vladimir Putin sin da quando questi dirigeva i Servizi di sicurezza federali russi (FSB), ha espresso profonda preoccupazione per la situazione e ha sottolineato la necessità di risolvere il conflitto esclusivamente con mezzi pacifici.
Da domenica 27 settembre sono in atto violenti scontri lungo la linea del cessate il fuoco in Nagorno-Karabach. Baku ha annunciato un bombardamento intensivo contro le posizioni dell’esercito azero da parte dell’Armenia. A sua volta, Erevan ha informato dell’offensiva delle forze armate azere in direzione del Nagorno-Karabach e del bombardamento degli insediamenti della repubblica autoproclamata, compresa la capitale Stepanakert. Entrambe le parti hanno riportato morti e feriti, compresi numerosi civili, donne e bambini. Le autorità armene hanno imposto la legge marziale e annunciato la mobilitazione dei riservisti. Il governo dell’Azerbaigian dopo aver limitato la legge marziale ad alcune province, la ha estesa a tutto il paese e ha annunciato una mobilitazione parziale.
Baku aveva annunciato nella mattinata del 29 settembre un’offensiva verso la città di Fizuli, persa nel 1993. L’esercito armeno ha reagito e contrattaccato. L’esercito azero ha respinto il contrattacco delle forze armate armene, ha riferito nel corso della stessa mattinata il portavoce del ministero della Difesa azero, il colonnello Vagif Dargahli. “Le azioni dell’esercito armeno, che ha cercato di attaccare le posizioni azere dal villaggio Ashagi Veyselli del distretto occupato di Fizuli, sono state fermamente represse dalle unità dell’esercito azero”, ha detto Dargahli. “Le forze armate armene sono state costrette a ritirarsi, lasciando i corpi dei soldati armeni uccisi sul campo di battaglia”.
Le autorità dell’Artzakh riportano ad oggi la morte di 84 militari. Anche 11 civili sono rimasti uccisi.
La crisi del Nagorno-Karabach ha avuto inizio nel febbraio 1988, quando la regione, a maggioranza armena, ha annunciato la sua secessione dalla Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaigian. Durante il conflitto armato del 1992-1994, l’Azerbaigian ha perso il controllo del Nagorno-Karabach e di sette dipartimenti adiacenti.
Italo Cosentino, interprete di russo
di Redazione