Germania: neo-nazista confessa l’omicidio di un politico tedesco
Pubblicato il 5 agosto 2020 alle 18:16 in Europa Germania
Stephan Ernst, un neo-nazista tedesco, sotto processo per l’omicidio del politico pro-immigrazione Walter Luebcke, ha ammesso, mercoledì 5 agosto, di essere colpevole. L’episodio, avvenuto il primo giugno 2019, ha fatto luce sulla minaccia dell’estrema destra tedesca. Secondo i pubblici ministeri federali, l’assassinio è stato motivato da “razzismo e xenofobia”. Si è trattato del primo omicidio politico di estrema destra in Germania dalla seconda guerra mondiale.
“Ho sparato il colpo”, ha detto Ernst, 46 anni, davanti al tribunale, in una dichiarazione letta dal suo avvocato difensore. Scusandosi con la famiglia della vittima, l’uomo ha poi affermato di aver compiuto un gesto “codardo e crudele”. Ernst ha insistito sul fatto di non aver agito da solo, ma insieme al co-imputato Markus Hartmann, accusato di aver aiutato l’assassino ad allenarsi con le armi da fuoco, compresa quella del delitto. “Ciò che io e Hartmann vi abbiamo fatto sarà sempre ingiustificabile. È stato completamente sbagliato”, ha detto Ernst rivolgendosi alla famiglia nella dichiarazione. “Nessuno dovrebbe morire perché ha un’altra visione”, ha aggiunto, affermando di essere stato “ingannato da idee sbagliate”.
Luebcke apparteneva all’Unione Cristiano-Democratica di Germania, il partito conservatore della cancelliera tedesca Angela Merkel, e guidava il consiglio regionale di Kassel, nello stato occidentale dell’Assia. L’uomo aveva sostenuto con forza la decisione della Merkel di aprire i confini del proprio Paese ai rifugiati, nel 2015, contribuendo all’arrivo di oltre un milione di persone, e aveva parlato, più volte, durante i suoi discorsi pubblici, a favore dell’ospitalità nei confronti dei richiedenti asilo nelle città locali.
I pubblici ministeri hanno reso noto che Ernst e il suo complice avevano partecipato, nell’ottobre 2015, a un comizio di Luebcke, durante il quale quest’ultimo aveva difeso l’assistenza ai rifugiati e aveva detto che chiunque non fosse d’accordo con tali valori era “libero di lasciare il Paese”. La dichiarazione del candidato cristiano-democratico è stata ampiamente condivisa online e l’ha trasformato in un bersaglio dell’estrema destra.
Secondo l’accusa, dopo il comizio, Ernst “ha proiettato sempre più il suo odio per gli stranieri verso la figura di Luebcke”. Irritato dalle notizie delle violenze sessuali di massa commesse dai migranti a Colonia, durante la vigilia di Capodanno del 2015, e dalla strage nella città francese di Nizza, il 14 luglio 2016, Ernst “ha iniziato a pianificare seriamente l’omicidio” e a rintracciare i movimenti di Luebcke, ha specificato ancora l’accusa. Tra il 2016 e il 2018, i pubblici ministeri hanno affermato che Ernst ha lavorato con Hartmann per migliorare la sua abilità con le armi da fuoco e i due hanno partecipato insieme a varie manifestazioni di destra. In seguito ad altre indagini, Ernst è stato altresì accusato di tentato omicidio per aver presumibilmente pugnalato alle spalle un richiedente asilo iracheno nel 2016. L’uomo ha una lunga storia criminale ed era già noto alla polizia come simpatizzante neonazista. Nel 1993, era stato condannato per aver provato a compiere un attentato dinamitardo contro una casa d’asilo. Nel 2009, i media tedeschi hanno riportato che l’uomo aveva preso parte ad alcuni scontri neonazisti contro una manifestazione sindacale. Tuttavia, negli anni, Ernst è riuscito a sfuggire ai radar dei servizi di sicurezza e, dopo l’omicidio di Luebcke, molte sono state le critiche rivolte alle autorità per non essere riuscite a trattare seriamente la minaccia rappresentata in Germania dall’estrema destra.
di Redazione