Afghanistan: governo rilascia altri 500 prigionieri talebani
Pubblicato il 31 luglio 2020 alle 10:49 in Afghanistan Asia
Il presidente dell’Afghansitan, Ashraf Ghani, ha ordinato il rilascio di 500 prigionieri talebani in risposta all’annuncio del cessate il fuoco da parte dei talebani. Intanto, però, le violenze continuano a scuotere il Paese.
Ghani ha riferito che i 500 prigionieri non fanno parte dell’elenco dato al governo afgano dai talebani e che questi detenuti saranno rilasciati entro i prossimi 4 giorni. Secondo il presidente, il governo afghano ha rilasciato finora 4.600 prigionieri. “Lo stiamo facendo perché il governo della Repubblica Islamica dell’Afghanistan ha rimosso tutte le barriere sulla via della pace e 500 talebani saranno liberati entro il quarto giorno di Eid in cambio del rilascio di individui detenuti dai talebani”, ha chiarito Ghani.
Ghani ha affermato di non avere il potere di ordinare la liberazione di quei 400 prigionieri contenuti nell’elenco fornito dai talebani, poichè questi erano accusati di gravi crimini. Pertanto, ha dichiarato il presidente, convocherà una Loya Jirga, una grande assemblea di anziani, per decidere a tale riguardo. “Ho convocato la Loya Jirga in modo che possiamo prendere una decisione in merito, sulla base della consultazione dei rappresentanti del popolo”, ha affermato Ghani.
Il 9 luglio, i rappresentanti dei talebani hanno consegnato al governo afghano un nuovo elenco di 592 detenuti di cui chiedevano la liberazione. Kabul ha rivelato uno dei motivi principali alla base del ritardo nell’avvio dei negoziati intra-afgani è proprio la questione dei prigionieri, affermando che il governo ha deciso di non rilasciare 597 detenuti dei 5.000 che dovevano essere liberati a seguito della sottoscrizione dell’accordo tra USA e talebani. La ragione è che questi prigionieri non erano solo affiliati ai talebani, ma presumibilmente colpevoli di gravi crimini “morali”.
Nel frattempo, un portavoce talebano, Suhail Shaheen, in un post su Twitter pubblicato la sera del 29 luglio, ha dichiarato che il gruppo rilascerà i rimanenti prigionieri “per buona volontà”, prima del cessate il fuoco, che inizia il 31 luglio. In questo modo, i militanti avranno completato il totale di 1.000 detenuti liberati. Shaheen ha poi aggiunto che il governo “dovrebbe anche completare il processo di rilascio dei 5.000 individui come promesso in conformità con l’accordo di Doha”.
Nonostante gli sforzi diplomatici interni e regionali, l’Afghanistan continua ad essere sconvolto da violenze quotidiane. I talebani sono un’organizzazione che si era affermata come gruppo dominante in seguito al crollo del regime sovietico, per poi porsi alla guida di gran parte del Paese dal 1996, dopo la fine di una sanguinosa guerra civile tra gruppi militanti locali. Nel 2001, le truppe statunitensi si sono installate nel Paese, con l’obiettivo di ribaltare le autorità di Kabul, allora sostenute dai talebani, che avevano fornito asilo ad al-Qaeda, durante la pianificazione degli attentati dell’11 settembre 2001.
Con l’invasione di Washington e l’intervento della NATO nell’agosto 2003, i talebani sono tornati a compiere numerose offensive per destabilizzare il Paese. Il 29 febbraio 2020, gli Stati Uniti e i talebani hanno firmato uno “storico” accordo di pace a Doha, in Qatar. Tuttavia, tale intesa non ha portato ancora la stabilità nel Paese, sconvolto dalle violenze e fortemente diviso. In tale contesto il 14 luglio, il Pentagono ha comunque annunciato che i soldati statunitensi si sono ritirati da 5 basi militari in Afghanistan e continuano a ridurre la propria presenza nel Paese, come previsto dall’accordo con i talebani.
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di Redazione