Siria: un drone di provenienza sconosciuta colpisce Afrin
Pubblicato il 21 maggio 2020 alle 16:06 in Medio Oriente Siria
Un drone di provenienza sconosciuta ha colpito un’auto nel Sud di Afrin, nel governatorato Nord-occidentale di Aleppo, giovedì 21 maggio, provocando la morte dei passeggeri a bordo.
La notizia è stata riportata dal quotidiano arabo al-Araby al-Jadeed, sulla base di quanto riferito dall’Osservatorio Siriano per i diritti Umani (SOHR). Entrambe le fonti hanno specificato che, al momento, non è nota l’identità delle vittime decedute, né è chiaro se il drone fosse di provenienza russa, iraniana o appartenesse ad altre milizie. Stando a quanto riferito, il veicolo colpito era di tipo militare e stava viaggiando presso la strada Sheikh Iskan, nel Sud di Afrin, quando il drone ne ha causato l’esplosione.
Non è la prima volta che Afrin si trova ad assistere ad episodi simili. Uno degli ultimi risale al 28 aprile, quando un’autocisterna è esplosa nel centro della città siriana, provocando circa 46 morti civili, tra cui anche donne e bambini, e più di 40 feriti. In tale occasione, la Turchia ha accusato le milizie curde ed il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) di essere responsabili per quello che è stato definito un attentato. Stando alle dichiarazioni di fonti locali, tra le vittime vi sono stati altresì 6 combattenti dell’Esercito Siriano Libero (ESL), uno dei maggiori gruppi di opposizione armata sostenuti dalla Turchia.
Afrin, situata 350 km ad Ovest di Ras al-Ain, nella striscia siriana al confine con la Turchia, si trova sotto il controllo di gruppi ribelli appoggiati da Ankara, che l’hanno conquistata nel mese di marzo del 2018. È stato proprio il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, a promuovere quattro operazioni nel Nord della Siria, con il fine di evitare la formazione di un corridoio verso il confine turco usufruibile dai “terroristi” e di stabilire la pace nella regione.
Tra queste, vi è l’operazione “Fonte di pace”, lanciata il 9 ottobre 2019 contro le Syrian Democratic Forces (SDF), guidate dalle Unità di Protezione Popolare, considerate il principale alleato degli Stati Uniti nella lotta contro l’ISIS in Siria, e che, proprio grazie a tale alleanza, sono riuscite a prendere il controllo di una vasta area nelle zone settentrionali ed orientali della Siria. “Fonte di pace” si è conclusa il 22 ottobre 2019.
In realtà, a seguito di una settimana di combattimenti e numerose vittime, gli Stati Uniti avevano finalizzato un accordo con la Turchia per un cessate il fuoco temporaneo già il 17 ottobre 2019. Tuttavia, i combattimenti sono continuati anche successivamente in alcune città, fino a quando, il 22 ottobre 2019, Erdogan ed il suo omologo russo, Vladimir Putin, hanno raggiunto un’intesa a Sochi, nel Sud della Russia. Le due parti hanno concordato sulla necessità di respingere le forze curde dalla “safe zone” al confine tra Siria e Turchia, per una distanza pari a circa 30 km.
Piera Laurenza, interprete di arabo
di Redazione