Shoigu: operazione turca in Siria può provocare esodo di foreign fighters
Pubblicato il 22 ottobre 2019 alle 6:20 in Russia Siria Turchia
Dodici prigioni in cui sono reclusi foreign fighters che hanno partecipato alle operazioni dell’ISIS in Siria sono rimaste senza custodia alcuna a causa dell’operazione militare turca in Siria, qualcosa che potrebbe scatenare un’ondata di migrazione di terroristi stranieri verso i loro paesi d’origine – ha avvertito il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu prendendo la parola al forum sulla sicurezza di Xiangshan in Cina.
La Turchia ha iniziato il 9 ottobre un’offensiva nel nord della Siria per allontanare le milizie curde dal confine turco e creare una zona sicura nel nord-est del paese arabo per ospitare le migliaia di rifugiati siriani che rimangono nel territorio turco. Il 17 ottobre, la Turchia e gli Stati Uniti hanno concordato di cessare il fuoco di 120 ore affinché i curdi si ritirino a 30 chilometri dal confine turco.
“Le azioni dell’esercito turco hanno causati la mancata protezione di otto campi profughi e di 12 prigioni per terroristi stranieri, il che potrebbe causare un’ondata della cosiddetta migrazione inversa dei terroristi nei loro paesi di origine” .- ha detto Shoigu. In questo contesto, il ministro russo invitato la comunità internazionale a unire le forze per “affrontare le sfide poste dai terroristi, dalla loro ideologia e propaganda”.
“Il Ministero della Difesa russo ha un’enorme esperienza in questo settore, esperienza che siamo disposti a condividere con i nostri partner nella regione Asia-Pacifico” – ha aggiunto Shoigu, che ha anche lanciato un allarme per la crescente presenza del gruppo terroristico ISIS nel sud-est asiatico. “Dopo essere stato sconfitto in Siria ora sta prendendo di mira Indonesia, Malesia, Singapore, Filippine e Thailandia” – ha avvertito il titolare della difesa di Mosca.
Sebbene solo pochi anni fa il terrorismo “non fosse considerato una grave minaccia” per i paesi dell’Asia del Pacifico, “oggi nella regione vi è l’attività di numerosi gruppi estremisti di cui circa 60 sono classificati come terroristi” – ha spiegato.
Il ministro della Difesa russo ha aggiunto inoltre che la Russia è disposta a dialogare con gli Stati Uniti per garantire la stabilità strategica e ha lamentato il fatto che l’attuale livello di relazioni tra le due principali potenze nucleari è “inaccettabilmente basso”.
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Italo Cosentino, interprete di russo
di Redazione